DAI CARPAZI AI MONTI TATRA ALLA SCOPERTA DI BORGHI MEDIEVALI, CITTA’ ANTICHE, CHIESE DI LEGNO.
Un viaggio in moto di 5000 chilometri nell’Est Europa, attraverso 6 Paesi.
Periodo: 31 luglio/24 agosto 2019
Paesi attraversati: Austria, Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia, Slovenia, Croazia.
Km. percorsi: 5600.
Moto: BMW R1200 GS Adv.
31 luglio
Milano - Vipiteno km 344.
È un mercoledì lavorativo, ma Knut è riuscito a prendere il pomeriggio di ferie, così, dopo una doccia e una focaccia, partiamo nella canicola delle due del pomeriggio. Sarà una tappa di avvicinamento perciò faremo tutta autostrada. A Thuins, una frazione di Vipiteno, parcheggiamo all’hotel prenotato: il Lhanerhof, in splendida posizione tra i monti. Depositati i bagagli nella spaziosa camera ci cambiamo. Scendiamo e ci sediamo in terrazza ad ammirare il panorama sorseggiando un aperitivo. Più tardi ceniamo ottimamente al ristorante caratteristico dell’albergo: minestra di frittatine per me, antipasto tirolese per Knut, seguiti da un secondo di pesce e uno di carne. Non ci facciamo mancare il dessert, davvero squisito! Il rovescio della medaglia è che abbiamo mangiato troppo… ci vuole una lunga passeggiata per digerire. Passeggiamo per i viottoli del paesino finché scende il buio e compare la luna, accompagnata da miriadi di stelle.
1° agosto
Vipiteno - Cesky Krumlov km 460.
La giornata si preannuncia splendida. La BMW corre felice divorando chilometri sull’autostrada poco trafficata a quest’ora. Una sosta per acquistare la vignetta, obbligatoria in Austria e si riparte. Purtroppo, si procede lentissimi a causa dei frequenti cantieri. Lasciamo l’autostrada ed imbocchiamo la statale, diretti alla località di Gimunden. Ci fermiamo per pranzo in una località sul lago; il pasto è senza infamia né lode, ma dal nostro tavolo si gode una bella vista sulle acque azzurre. Arriviamo alla tappa intermedia odierna: Gmunden, un paese molto turistico sulle rive del lago Traunsee. È caratteristico il castello, che sorge su un isolotto accessibile da un ponte pedonale. Lasciamo la moto in un grande parcheggio e ci incamminiamo lungo un viale alberato che conduce al monastero e al ponte. Lo percorriamo scattando diverse foto al maniero e al panorama. Ripresa la moto ci dirigiamo verso il confine con la Repubblica Ceca. Siamo diretti al borgo medievale di Cesky Krumlov, il cui centro storico è protetto dall’Unesco, dove abbiamo prenotato due notti in una pensione. Giunti al borgo fatichiamo a trovare il punto d’ingresso al centro poiché tutte le vie d’accesso sono interdette al traffico veicolare. Eppure, ci era stato assicurato dal gestore della pensione Bila Pani che l’ingresso era consentito e che avrebbe provveduto a richiedere l’autorizzazione per la nostra moto. Finalmente, dopo un lungo giro, Knut accede al promontorio circondato dal fiume Moldava che crea una doppia ansa. Percorriamo un ponte pedonale e la piazza centrale facendo lo slalom tra i pedoni, tutti turisti che passeggiano e ci guardano male. Giunti davanti alla pensione e parcheggiata momentaneamente la moto in strada, entriamo da un grande portone in una specie di atrio in fondo a cui vi è una scala che conduce all’ingresso della pensione…che, però, è chiuso! Telefoniamo al numero che compare sulla porta e, al terzo tentativo, risponde il gestore. Dice che sta arrivando. Difatti, dopo una decina di minuti vediamo sopraggiungere un’auto nera da cui scende una coppia di ragazzi. Fatte le presentazioni, ci aiutano coi bagagli a salire una ripida scaletta interna che conduce al terzo e ultimo piano, dove ci viene mostrata la nostra stanza. È molto piccola, ma fornita del necessario. Il ragazzo parla e si muove velocissimo. Spiega che ha solo 30 minuti di tempo per rimanere all’interno del centro storico. Mentre prepara il permesso per poter attraversare il centro in moto, fornisce a Knut le indicazioni per arrivare al parcheggio privato che dista 300/400 metri e si trova fuori dal centro storico. Lo prega di restituirglielo il giorno della partenza, così che lui possa modificare la data per consentirci di uscire. Ci sembra tutto un po’complicato, ma non abbiamo il tempo di chiedere chiarimenti che già i due ci stanno salutando e corrono via. Un po’ frastornati, ci guardiamo in faccia e scoppiamo a ridere esclamando: <<Speriamo di non avere problemi con questo permesso scritto a matita!>> Mentre sistemo i bagagli e mi cambio, Knut porta la moto nel parcheggio indicato. Torna dopo una mezz’ora accaldato, ma sorridente. << Ho faticato a trovare il luogo, ma sono tranquillo perché la cavalla ora è al sicuro.>>
Più tardi usciamo per una passeggiata. Il centro storico è un piccolo meandro gotico e rinascimentale, molto interessante. Le stradine lastricate salgono e scendono, fiancheggiate da residenze storiche e da edifici dalle tinte pastello. Alcuni presentano decori, altri graffiti e affreschi notevoli. Seduti in un locale all’aperto che fiancheggia il fiume ci rilassiamo sorseggiando due ottime birre locali.
Per cena scegliamo la pizzeria vicino alla pensione: ha tavoli e panche disposti sulla strada pedonale, rustica e allegra. Devo dire che le pizze non sono niente male. Le gustiamo, soddisfatti, accompagnandole con due boccali di ottimo pivo (birra). Più tardi passeggiamo pigramente godendoci la bella serata, arrivando fino ad un piccolo ponte di legno sul meandro del fiume.
2 agosto
Cesky Krumlov
Oggi vogliamo visitare in lungo e in largo questo gioiellino medievale. Dopo colazione iniziamo la giornata salendo allo Zamek, il Castello. Attraversiamo il fossato tramite una lunga scalinata. Poi entriamo nella prima corte, dove si erge la rinascimentale Torre Rossa, Cervena Brana, che, come il castello, fu residenza della famiglia Rosenberg. Attraversati altri cortiletti giungiamo ad uno spettacolare ponte ad arcate, a picco sulla piccola valle. Il panorama sul borgo e sulle anse della Moldava è splendido. Tornati al secondo cortiletto e trovata la biglietteria, mal segnalata, acquistiamo i biglietti per la visita al palazzo e al teatro.
Il “divadlo” (teatro) è stupendo: piccolo, in stile rococò, a palchi, ha preservato le macchine di scena originali. La guida ci mostra a cosa servivano e come funzionavano. Davvero interessante! Assai meno la visita delle diverse stanze del castello, con i loro mobili d’epoca. Abbiamo apprezzato soprattutto la “sala delle Maschere” dalle pareti affrescate da magnifici trompe l’oeil, realizzati nel 1748 da Josef Lederer. Dopo il teatro sostiamo sulla terrazza belvedere del ponte ad arcate per ammirare lo splendido panorama sulla cittadina e scattare numerose fotografie. Percorrendo un lungo viale alberato arriviamo ai giardini terrazzati del castello, dove passeggiamo un po’. Quando la stanchezza si fa sentire, anche a causa del caldo del mezzogiorno, usciamo dal complesso e scendiamo alle sponde del fiume. La visita è stata soddisfacente, ma devo dire che sono rimasta colpita dalla enorme quantità di turisti giapponesi. Eravamo quasi gli unici turisti europei sia al castello sia in giro per la città. Scegliamo un ristorante la cui terrazza affaccia proprio sull’acqua. Il cibo è piuttosto deludente, ma è bello godere la vista delle numerose imbarcazioni che solcano le acque: canoe, gommoni, zatterone spinte da muscolosi gondolieri. A un certo punto, al sopraggiungere di un forte rovescio, assistiamo ridendo alla scena buffa dei turisti che cercano di remare il più velocemente possibile per toccare terra e trovare un riparo. Quattro giovani su un’imbarcazione, ormai fradici, staccano le mani dai remi e salutano alzando le bottiglie di birra. Terminato il pasto e tornato il sole riprendiamo a passeggiare per i vicoli col naso all’insù, ammirando le facciate dei palazzi o entrando nella fresca oscurità delle chiese. Interessante quella di San Vito, la principale, con il suo bell’altare barocco e l’affresco della Crocifissione. Più tardi prendiamo un aperitivo sulla terrazza di un localino. È poi la volta dell’esplorazione del quartiere di Latran, esterno al meandro, ai piedi del castello. Per raggiungerlo bisogna attraversare un ponte pedonale, dato che è circondato da una controcurva del fiume. Anche qui, come nel centro storico, lungo la via principale si susseguono edifici pittoreschi. Alcuni sono abbelliti da affreschi gotici; altri, come l’ex Municipio, presentano graffiti. Proseguendo si incontrano chiese ed ex monasteri. Ho trovato interessante l’edificio divenuto nel 1625 un birrificio. In precedenza, ospitava l’armeria della famiglia Rosenberg, Ci è dispiaciuto non poterli visitare data l’ora tarda e di non averne il tempo il giorno seguente, visto che partiremo. Arriviamo appena in tempo al ristorante nel meandro lungo il fiume, scelto per cenare, che si scatena un forte temporale. I grandi ombrelloni faticano a riparare i tavoli dal diluvio e gli schizzi ci bagnano i piedi. I camerieri si affrettano a portare caldi plaid alle signore, così si riesce a proseguire la cena all’aperto. Il rovescio in breve si placa, ma quando, più tardi, rientriamo alla pensione, notiamo gli allagamenti provocati nella parte bassa del borgo. È tardi e siamo stanchi, ma ci restano i bagagli da preparare prima di andare a dormire. Domattina vogliamo partire per tempo.